martedì 19 settembre 2017

EAT... serata unica



















Tra cartoni di falanghina  e aglianico, tra bianchi, rossi e rosè. Esposizione nelle cantine della Tenuta Matilde Zasso di Pozzuoli



























sabato 16 settembre 2017

EAT














Gli artisti non sono mai a dieta, ogni tanto presi dallo sconforto si inventano qualcosa per far discutere. Questo è il caso di “eat”! Una metafora sui comportamenti umani, i suoi condizionamenti, sulle modifiche dell’ambiente e sull’alimentazione.
Il cibo si produce, si prepara, si consuma. È la nostra storia, la nostra crescita. Oldenburg nella sua ricerca si soffermava sul consumismo della società americana degli anni 60. Realizzava hot-dog, gelati, dolciumi che nessuno si sarebbe sognato mai di mangiare. La nostra scuola è diventata come un McDonald’s. Siamo consumatori e come tali cresciamo tra ogm, mucche pazze, frittate agli idrocarburi, vino al metanolo, acqua al piombo. I nostri cibi innaturali sono prodotti grazie all’intervento (dis)umano e ora “vivono” sulle nostre tavole. Questi lavori sono stati realizzati senza seguire una ricetta particolare con ingredienti biologici come la carta e il cartone. Non cercano risposte ma si pongono qualche domanda sul nostro digiuno culturale. Non si vive di solo pane, disse qualcuno. Ma noi siamo felici lo stesso. L’effetto globalizzazione interessa tutti noi, le emigrazioni sono una conseguenza dell’egoismo dei mercati e dei mercanti che con una buona dose di ipocrisia hanno rimesso in gioco le guerre per la sopravvivenza. La mente oggi si alimenta di tutto questo e non riesce più a distinguere il bene dal male. Anche l’arte vive le sue sofisticazioni concettuali. Si consuma e a volte non si digerisce. Spero che questa esposizione che dura solo poche ore, molto “fast”, non rimanga sullo stomaco dello spettatore ma nella sua anima... allora buon appetito, anzi buona visione.

venerdì 8 settembre 2017

il segno della croce

Si inaugura domani a Marcianise (CE) la terza edizione della mostra di arte contemporanea " il segno della croce, undici artisti... in sette luoghi della città". Per l'occasione ho presentato due installazioni, entrambe occupano l'entrata del Palazzo della cultura.



Crocevia è un punto di incontro. Lo spazio è occupato da una croce fatta di rete. Realizzata con quotidiani attorcigliati. La rete richiama il simbolo di evangelizzazione, gli apostoli sono chiamati a diventare “pescatori di uomini”. Oggi la rete è una metafora della conoscenza e della comunicazione. Un complicato intreccio di vasi sanguigni e di nervi. Dall'universo mentale (rete nervosa) a quello della nuova tecnologica (rete sociale).































Signum invece è un inginocchiatoio. Il supporto ufficiale per la preghiera. Sulla mensola il telefono fatto con barattoli e il filo di spago, quello rudimentale che si costruiva da bambini per giocare. La comunicazione tra l'uomo e il cielo. La vita legata ad un filo incomprensibile.





















Postfazione Signum
Il segno della croce, il più delle volte è un gesto scaramantico, fatto quasi come se fosse una formula magica. Il movimento della mano può essere visto come la composizione di un numero telefonico che ci permette di essere in linea con la divinità.