mercoledì 26 luglio 2017

Il profumo

Quando dalla cucina l’aroma attraversava tutte le stanze della casa... era mattina, era mia madre che preparava il caffè, era l’ora di alzarsi, era l’infanzia. Marcel Proust aveva ragione, come il sapore delle sue “maddalenine”, così anche certi odori ti riportano indietro nel tempo. Tutto questo è legato ai ricordi. Gli odori sono invisibili eppure esistono, li sentiamo, ci parlano, ci raccontano sensazioni, ci fanno rivivere le emozioni. Non ci si sottrae agli odori che arrivano al nostro naso. I sommelier, prima del sapore, ricercano l’intensità e la persistenza annusando il calice di vino. Senza il naso non ci sarebbero i profumi. L’olfatto a differenza degli altri sensi ci relaziona, ci stimola istintivamente senza intermediari. Entra in scena l’eccitazione! Vittorio Gassman, nel film di Dino Risi Profumo di donna, era l’unico, nonostante fosse cieco, a vederci chiaro attraverso il suo naso, a saper riconoscere il mondo e sopratutto le donne. Nel romanzo di Süskind gli uomini non possono sottrarsi al profumo, poiché è il fratello del respiro. La sua forza è nella fragranza che ci cattura a prescindere, che stimola il nostro umore. Con esso si accentua il fascino, il potere della seduzione. A Marilyn bastavano poche gocce e la notte era impossibile dormire, specie per i maschi che la sognavano. Essenze, così i nostri antenati non inventarono solo “l’acqua calda” ma anche quella di rose. Ben presto “fiutarono” il business, dal contenuto romantico, sfruttando la vanità dell’essere umano. I migliori profumi sono da sempre quelli emanati dai fiori. Ma i suoi “figli”, negli anni 60 e 70, non avevano bisogno dell’acqua di Colonia ma semplicemente di acqua e sapone. I “flower power” cercavano altri tipi di aromi, erano davvero ragazzi stupefacenti. Magia delle parole, evocative anche queste. Così senza aver mai toccato uno spinello, ne ricordo la “puzza” che attraversava i corridoi della scuola... erano gli hippies, era la chitarra di Jimi Hendrix, era il sesso libero, era l’amore per la pace, erano le luci psichedeliche, erano i raduni rock, era la libertà come stile di vita. Tutto questo mi fa sentire meno mediocre, mi lascia dentro un delizioso piacere che stempera la mia malinconia.
















[pubblicato sul numero 60 di UT - giugno 2017]