domenica 16 giugno 2019

La Piazza

Folla. Adunata oceanica. Affaccio. Balconi imbandierati. Un uomo solo al comando, il capo del carisma. La gente con affetto si inchina e saluta, agitando fazzoletti bianchi, con falsi movimenti. Una piazza poco democratica. Originariamente, al contrario, aveva una funzione sociale diversa, si riuniva l’assemblea della polis. Questo luogo, nel rinascimento, è servito agli artisti per disegnare prospettive ed esaltare il proprio punto di vista. Poi la planimetria si è modificata, è stato inserito il palazzo pubblico, la cattedrale e il monumento ai caduti. Uno scenario da vita collettiva. Con il progresso,
alcune si sono trasformate in slarghi, ci arrivano le auto per un bel girotondo. La piazza non è più utilizzata, non è più rivoluzionaria. Il popolo non ha più bisogno della dignità e neppure ha la voglia di riconquistarla. Non si scende più per salvaguardare i propri diritti, per lottare, per protestare. Anche le feste con “ le carte colorate e gli sguardi sempre ben disposti a dolci ed aranciate”, come in una nota canzone, sono svanite nel nulla. Oggi tira solo “piazza affari”. La strada è di passaggio, la si attraversa per andare avanti e indietro. La gente si sfiora, si incrociano gli sguardi, nessuno si ferma. La piazza invece non porta da nessuna parte. È uno spazio vivo, aperto al dialogo. Ci sono le panchine, i giardinetti gli alberi, i cani corrono felici. Eppure mi sembra di vedere un paesaggio metafisico, senza vita. Dove siamo finiti? Dove ci siamo nascosti? La “piazza televisiva” ci vede seduti e rilassati. Quella virtuale, fermi ed incantati davanti al monitor. Guardiamo i video, leggiamo i post e mettiamo tutti i “mi piace” a disposizione. Ci incontriamo, ci salutiamo, “chattiamo”. Dentro lo schermo la comunità online, gli amici che non si vedono e tanta memoria ram. Questo è social, questo è il nostro posto. Una volta passavamo interi pomeriggi nelle piazzette, si continuava a parlare anche se mancava la corrente. Erano altri tempi? Ora sto scrivendo su un pezzo di carta, ora mi sento veramente spiazzato!