giovedì 22 dicembre 2016

oh my god!













il presepe interpretato da 14 artisti del contemporaneo
la mia installazione "le vie degli angeli"




giovedì 15 dicembre 2016

le vie degli angeli

Il natale è la festa dei bambini... Ma davanti al presepe non ci sono tutti. Dove sono finiti gli angeli custodi? Alcuni arrivano dal cielo travestiti da aviatore e con ali da guerra. Gloria alle bombe dall’ alto dei cieli e pace in terra agli uomini involontari! Ma dove sono i bambini? Tra le macerie o in fuga, aggrappati ad un gommone. Nessuno li vede. Sono disorientati, nessuno gli indica la strada.
Gli angeli sono i custodi del dialogo. Un macigno interrompe ogni comunicazione, un filo a piombo senza nessun equilibrio interiore. L’istallazione, una segnaletica stradale, indica i luoghi, vuole annunciare e denunciare. Paesi, città, dove si nasce per essere sacrificati dal mondo che non conosce amore. Un (pre)sentimento annunciato. Un percorso duro, voluto dalla follia dell’uomo.
Alla fine una “totemica presenza”, frase rubata ad un critico d’arte pellerossa, carica di simboli e spiriti protettivi, che dovrebbe far riflettere sulla vita assurda dell’intero villaggio umano...

Progetto per la collettiva "OH MY GOD!" 
Spazio Corrosivo - Marcianise (CE)



















venerdì 9 dicembre 2016

la posta in gioco

I concorsi mi piacciono perché ci sono gli insindacabili giudizi. Non è facile. Vita dura per la commissione che deve scegliere. Anche quest'anno ho partecipato al concorso Humour a Gallarate. Il tema di questa edizione era "abbatti il muro". Ho lavorato tanto, alcune idee buone, altre scartate e poi, quale mandare? Alla fine ti viene il solito dubbio, era meglio la vignetta che è rimasta a casa. Ma stavolta la giuria non ha potuto giudicare il mio lavoro, non c'è stata nessuna riflessione sulla tecnica usata, sui contenuti. Le poste italiane sono entrate in gioco e il verdetto non c'è stato. Tutto si è fermato alla spedizione. Il plico contenente le vignette è arrivato in tempo utile per essere archiviato. Quaranta giorni. "Bisogna avere fede" disse il timbro postale...

pensieri murali














mattoncini



















uno spettro si aggira per l'Europa










giovedì 1 settembre 2016

custodia cautelare
















Nel 1912 Picasso realizza una chitarra che permette una visione diversa dello strumento. Viene analizzata e mostrata la sua struttura interna, la sua essenza che produce suoni. Nel 2008 realizzo con il cartone la stessa chitarra, ma è un pretesto per andare a scomporre un "panorama". Insieme alla chitarra/cartolina, costruisco anche la sua custodia, che è la vera protagonista della scultura. Napoli è per me una città cubista. Esistono molte possibilità per descriverla è una città dai tanti volti, alcuni segreti. Strato su strato si racconta, si lascia scoprire, si lascia scavare dentro. Ti sorprende come un ritrovamento archeologico. La musica ha da sempre caratterizzato la sua poetica. Per questo credo va protetta, conservata, custodita come una reliquia. Chi ne parla male non ha mai attraversato le sue strade, non è mai riuscito a leggere un'opera d'arte. È diventato un accanimento terapeutico il voler tenere in vita le dicerie o i tanti "ho sentito dire". Tutto questo non ha senso e qualcuno avrebbe bisogno di una cura specifica, per questa malattia... chiamata invidia.  

 

domenica 21 agosto 2016

cerchi alla testa

Tempo di olimpiadi, lo sport è come l'arte un grande avvenimento.
Il sistema dell'arte è stupido, come quello sportivo. Quando si spendono 12 miliardi di euro a pochi passi da una favelas c'è qualcosa che non funziona. Quando una provocazione artistica viene valutata 10 milioni di dollari allora la riflessione scatta automatica. Caravaggio con la spada avrebbe vinto sicuro una medaglia, Leonardo un bronzo con un cavallo. Benvenuto Cellini con gli anelli e Michelangelo con il lancio del martello non avrebbero avuto problemi a salire sul podio. Ma questi erano altri tempi, altri sportivi. I sistemi non funzionano, sono esagerati, non sono misurabili. Criticissimi, galleristissimi, curatorissimi, biennalissimi, direttorissimi di musei, mercantissimi d'arte, non siate esageratissimi in fondo l'arte è solo uno sport... E il calcio? Solo una scommessa. Questo non è uno sport è solo un gioco di azioni, falli e quotazioni molto simile al monopoli.





giovedì 4 agosto 2016

Il cuore del problema














Ci sono lavori che agli occhi di un profano del design sembrano banali. Sono poco valutati e non sempre l'impegno viene apprezzato. Più sono semplici e più si sente dire: “vabbè che ha fatto di tanto particolare!”. Diceva Munari: “complicare è facile, semplificare è difficile”. Raggiungere la semplicità significa eliminare tutto ciò che non serve per risolvere un problema. Progettare è come scrivere una poesia. Per raggiungere questo c'è bisogno di una impalcatura, dove l'idea si sviluppa e si concretizza. Questa impalcatura deve avere alle sue spalle un metodo pratico, arricchito da anni di esperienze che porta a fare una serie di scelte. Posto il problema si cerca la soluzione. Grazie al metodo progettuale, il lavoro viene svolto con precisione. Segue la scelta dei materiali, la sperimentazione, la costruzione di un modello, che va verificato, e infine un disegno definitivo per la sua realizzazione. Dalla struttura mentale del progettista si arriva a quella del modello. Nel caso della scatola per il premio "Civitas", il cuore del progetto quasi non si vede ma è il frutto di una settimana di lavoro, di prove su prove, di estetica. La sua forma sinuosa accoglie la scultura (una mano) e la tiene ferma senza essere legata. IL CUORE DELLA SCATOLA È LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA. Se il maestro Ezio Bosso è riuscito ad alzare il premio in aria e a muoverlo con la naturalezza che lo distingue il merito è anche di una buona progettazione. Questo contenitore ha superato la sua funzione, sia pratica che estetica. Interamente realizzato con cartone riciclato, l'apertura a libro è stata rivestita da un cartoncino azzurro scelto da una gamma pantone. Il colore ricorda il mare e il cielo limpido, trasmette un comportamento armonioso verso la natura e le persone. La corda di sicurezza che mantiene la ribalta è stata realizzata con la carta di un quotidiano arrotolata e senza collanti. All'interno su una delle pareti è stata ricavata una finestra orizzontale che lascia intravedere una linea di cielo che riflette il suo colore sulla scultura. Allora dopo una attenta lettura possiamo dire che questa scatola è diventata semplicemente la "camera" di un premio...

martedì 5 luglio 2016

Premio Civitas 2016, la scatola


 

Il primo luglio nella bella cornice del Tempio di Serapide a Pozzuoli sono stati consegnati i premi Civitas al Maestro Ezio Bosso, alla Prof. Tiziana Vanorio della Stanford University e all'ambasciatore che cura i rapporti con l'Unesco Francesco Caruso. [ le foto della premiazione sono di Marina Sgamato]
























giovedì 30 giugno 2016

CIVITAS 2016

... Allora ho chiesto alla scultura di Lello Lopez, come lo vorresti
il tuo contenitore? Non voglio essere legata, mi ha risposto.
Dopo vari tentativi ho realizzato un supporto che la mantenesse libera. Le ho costruito intorno un “ambiente” in contrasto con il materiale prezioso di cui è fatta. Una semplice e umile custodia che ricorda la cassetta di legno, logorata dal tempo, dei pescatori, con ami, esche e lenze. Dentro il mare che si riflette! Il mare che attraversa il mondo, che porta e lascia sempre qualcosa di sé.
Premio Civitas 2016, la scatola!




mercoledì 15 giugno 2016

in cerca di Arianna

Nascere. Dove e quando non è una scelta. Tagliato il cordone ombelicale ci ritroviamo ad affrontare un mondo che un momento prima non ci apparteneva. Usciamo dalla porta di un monolocale pieno d’acqua senza preparazione alcuna. Fuori! Finestre sui cortili, cancelli chiusi, muri invalicabili, divani soporiferi, televisori vociferanti, telefoni squillanti, strade tortuose, auto sfreccianti, semafori intermittenti, ciminiere fumanti. Entriamo in una illogica follia e dobbiamo adattarci. Allora io, giro e rigiro, torno indietro, rifaccio il percorso. Camere, corridoi, sale, finti ingressi e vicoli ciechi, senza più riferimenti. Perdo l’orientamento e il senso del tempo. Prigioniero di un groviglio interiore. Servirebbe una bussola, un navigatore satellitare per questa vita smarrita. Ora, col tempo, l’angoscia mi raggiunge e mi sorpassa, ma non sono solo.
Tutti continuano a cercare qualcosa, a finanziare le ideologie, ad ammazzarsi per entrare nelle classifiche dei migliori, a scongiurare la paura della morte, a trovarsi di fronte alla vanità. Non mi piace questo gioco. Provo a scrivere sui muri, a disegnare fantasie, ad entrare in un mondo di carta. Tanti fogli, volumi di pensieri, una biblioteca illimitata e periodica. Interminabili scaffalature, in cui è custodito il passato e il presente.
La natura è la sola spettatrice di questo passaggio umano. Alla fine del mese ci troviamo pensionati nello stesso posto. Noi come il minotauro non vogliamo arrenderci, vittime e carnefici allo stesso tempo. Figli del peccato, della favola originale. Abbiamo bisogno di divorare tutta la carne che ci capita a tiro. Ci innamoriamo di noi stessi. Siamo rivoluzionari provvisori, illusi di controllare il destino. Incapaci di essere liberi cerchiamo la nostra Arianna, nell’attesa di un Teseo qualsiasi, armato di gomitolo, a richiedere la nostra testa. La chiusura mentale ci fa perdere le forze. Vorremmo tanto trovare quel filo rosso del discorso per poter uscire da questo labirinto ma ci manca il coraggio di riscrivere la nostra storia. Ci manca l’amore per questo universo.


















lunedì 13 giugno 2016

la scatola magica

Un contenitore con dentro un contenuto ossessionato dai social network. La rete scandisce il tempo. È il contesto dove si dipana la nostra vita. Ci lasciamo catturare dalla realtà virtuale, superiamo i confini ma la nostra prospettiva resta chiusa, nella scatola cranica.
I nostri punti di vista, i punti di fuga, restano immobili, in attesa di una notifica dal monitor che ci illumina d’immensa magia.




venerdì 27 maggio 2016

Aquiloni per l'Africa
















Durante l’evento/concerto “Aquiloni per l’Africa” del 22 maggio che si è tenuto nella basilica di San Francesco di Paola è stata esposta l’opera “la settimana santa”, realizzata per l’occasione. Una sindone volante, un sudario di carta che prende la forma di un continente pieno di vita, di colori e di ricchezze naturali. Purtroppo l'Africa per l’egoismo e le politiche sbagliate, ha da sempre bisogno di aiuti ed energie per poter vivere. Le vittime dei “cattivi giochi” degli adulti sono soprattutto i bambini, che hanno bisogno di serenità e condizioni di vita certamente migliori. Nella sagoma centrale si percepisce il gioco della "settimana o della campana", umile e semplice, conosciuto in tutto il mondo. Per conquistare il cielo bisogna saper giocare sulla terra. Predisporre il nostro cuore verso gli altri. Come l’ostinazione di un aquilone che si lancia contro vento per alzarsi e prendere il volo, così deve essere la nostra azione quotidiana, la nostra “settimana santa”.

venerdì 15 aprile 2016

L'arte dei Matti al Museo del Nulla













L’arte non abita solo sulle superfici tirate a lucido delle gallerie famose. Nella casa dei matti, si sono aperti dodici spazi. Dodici progetti per un possibile pensiero comune. Dodici stanze senza tempo. Dodici vuoti riempiti dall’arte “non abilitata”. Nel buio completo, una fiumana di giovani nel lungo corridoio del padiglione Virgilio. Incuriositi e con lenti movimenti hanno attraversato il Museo del Nulla, per una volta i cellulari sono serviti solo per fotografare e illuminare un evento. Nonostante le tante persone c’era un silenzio surreale, che si perdeva nella comprensione del luogo, nelle immagini, nelle storie raccontate dalle installazioni. Tra le ombre proiettate sulle pareti di tufo, anche le anime dei folli che qui sono di casa. Le loro esperienze incontrollabili sono state presenti quando gli artisti, gomito a gomito, hanno “pazziato” con loro e sotto i loro sguardi hanno lavorato affinché il “nulla” diventasse una magnifica esperienza.

Alcune di queste installazioni, tra cui la mia, hanno un destino segnato. Resteranno nell’ex manicomio, sulla pelle scrostata dei muri, tra la cenere delle cartelle cliniche, tra vetri rotti e calcinacci, per alterarsi e consumarsi. Diventeranno patrimonio dell’abbandono.

[sabato 9 aprile ex manicomio La Maddalena Aversa]


sabato 9 aprile 2016

Museo del Nulla



















Oggi sono qui! Si inaugura il Museo del Nulla,
il primo museo senza biglietteria, senza orari di 
apertura, senza elettricità, senza custodi, senza 
curatori, dove non ci sono bookshop, dove si 
può fotografare liberamente. Un luogo dove 
(r)esiste solo la natura, un museo incredibile...
Erasmo sarebbe stato contento!



giovedì 31 marzo 2016

VUOTI progetto per nulla

Ho il cuore pesante
i battiti senza conseguenze
la logica è furiosa
nelle umane stanze
dov’è mio fratello?
La vita parallela.
Niente da vedere
niente da sentire.
Sono anonimo
non ho facce nella rete
non ho link da proporre
non sono amico di nessuno
... mi perseguita il tempo.

Le inquietudini dei mercati
le casseforti vuote
non mi toccano
non ho ipotesi.
Nella collezione della memoria
si agita il mio giudizio.














2016 / VUOTI progetto per nulla
© giuseppe piscopo

mercoledì 30 marzo 2016

VUOTI progetto per nulla













il tema
L’orologio ha le ore contate, nella casa dei matti 
ci sono vuoti da riempire, il cervello è una 
distesa di sabbia pronta per un soffio di vento. 
Un luogo non più abitato dal pensiero è uno 
spazio assente.

 l'architettura

Quando arrivano queste voci al buio / mi sento di prendere carta e penna / cominciano a naufragare tutti i sentimenti possibili / parto con la tua malattia / il tuo ricordo è già andato via / e lo stesso crepuscolo si è fatto malinconia.

[a mia madre, ai malati di alzheimer]

lunedì 28 marzo 2016

progetto per nulla

L'associazione Don Chisciotte cura la seconda incursione d'arte "Museo del nulla"nell'ambito delle iniziative culturali previste dal 7 al 10 aprile 2016 nell'ex manicomio La Maddalena di Aversa.
Un museo per il nulla, che ospiterà le installazioni di numerosi artisti nelle stesse sale che furono occupate da centinaia di pazienti dal 1813 al 1998 nella Reale Casa de'Matti, fondata da G. Murat.
Gli artisti sono stati invitati a interpretare il più inquietante dei temi: il nulla
L' associazione, oltre a realizzare la promozione di un originale progetto d'arte contemporanea, punta anche a fare luce sullo stato di degrado dell' ex struttura manicomiale, per sollecitarne il recupero ai fini culturali e artistici. Dai progetti eterogenei inviati dagli artisti, si può rintracciare un elemento comune: la forte relazione emozionale con lo spazio. Gli artisti, sollecitati dal luogo, carico di energia emotiva, soffocata da una spessa patina di tempo, di senso di abbandono, degrado e incuria, hanno proposto opere e installazioni coinvolgenti, intriganti, originali e di sicuro valore poetico.

Tra i progetti scelti anche il mio: VUOTI, progetto per nulla.


domenica 14 febbraio 2016

RETATA



















Retata fa parte di una serie di impronte lasciate su carta.
Un percorso preparatorio per la mostra “Rete!” di qualche anno fa. Titolo dalla duplice interpretazione. Rete gettata in mare per catturare pesci o persone indiziate di reato. Il potere ci sorprende, pronto ad immetterci sul banco freddo di un mercato globale. Italian style. Un popolo non più governato, ma vittima di se stesso e delle sue scelte. Tutti nella rete! Sguardi fissi nel vuoto. Agonizzanti, incapaci di reagire. Ci si divincola, prima di essere sopraffatti. Carabinieri, venite a prenderci.

RETATA, collage 29,7x21, è presente alla collettiva "CARTABIANCA" 
a cura di Domenico Maria Papa.