giovedì 26 maggio 2011

Concorsi di colpa !


L’unica colpa è partecipare. Partecipare ai concorsi con le giurie qualificate non conviene. Queste hanno un difetto, sono troppo “imparziali”, troppo insindacabili ! Quale criterio di giudizio universale, quali centimetri di valutazione adottano?
Qualche tempo fa una vignetta sul tema “Le olimpiadi in Cina”, sfuggita al self control, così rappresentava le gare olimpiche: il fusto di un cannone con appesa una medaglia d’oro. Di fronte un atleta, che ricordava il giovane di piazza Tienanmen davanti al carro armato, un lanciatore di giavellotto, sconsolato dalla lotta impari.
Non ammessa diceva la lettera di accompagnamento. E allora? Oscena visione. La parola magica “censura”.
E’ tornata a casa sconsolata, voleva dare un messaggio “olimpico” di pace, voleva rappresentare la libertà dei popoli contro tutte le ipocrisie, contro tutti i soprusi, ha preso una sua posizione autonoma. Ha trovato sulla sua strada, una giuria che sotto l’effetto di sedativi, propendeva per una sana e tranquilla satira addomesticata. L’organizzazione non è stata capace di stare alla larga dal potere costituito, dagli sponsor che hanno guidato le loro scelte.

La satira è ironia, è dissacrazione, e purtroppo prende di mira i potenti e i prepotenti di turno. Esalta i difetti e mostra il vero volto dei regimi, qualunque essi siano. La satira interpreta, deforma, interviene dove c’è bisogno di alterare la realtà creandone un’altra che, per dispiacere di qualcuno diventa nuda e cruda verità.
I veri concorsi di satira non si scandalizzano, non reprimono le opinioni che non offendono nessuno, non banalizzano i temi proposti. I verdetti dei miei “concorsi di colpa” mi dicono di lasciarli perdere e dedicarmi solo a proposte di taglio e cucito, al massimo optare per il ricamo...

L’importante non è vincere ma perdere con dignità.

centrali di cartone...



mercoledì 18 maggio 2011

150x150x150

a cura di Mario Piazza – docente al Politecnico di Milano – in collaborazione con AIAP.
Una mostra – evento per festeggiare i 150 anni della Repubblica Italiana. Centocinquanta grafici ed illustratori, famosi ed emergenti, giovani ed affermati, scrivono, disegnano, compongono, illustrano, montano un loro personale “150” per rendere visibile la loro idea dell’Unità d’Italia.
Quindi 150 modi di scrivere 150 per dire in 150 modi diversi Repubblica Italiana.

insieme a Michaela Menestrina Merseburger e Francesco Del Zompo, il nostro 150, a me è toccato lo zero.