venerdì 5 luglio 2019

un anno fa...Folco

Roma 2 Luglio 2018. Folco non è alla manifestazione per caso, ha accompagnato la sua mamma. Non è la prima volta. Ha vissuto anche le altre giornate di lotta, anche lui è uno dei 400 esuberi. Folco è sulla strada, di fronte a quel palazzo, dove nelle sue stanze, sono rinchiusi i “signori” del lavoro. Quelli che decidono la sorte dei lavoratori e delle lavoratrici, di sua madre e del suo futuro. I manager e i loro avvocati dovrebbero vederlo questo bambino. Le loro “azioni” sono sempre più scontate. Folco è qui, tra queste persone disperate che sono diventate suoi amici, in questo strano gioco fatto dagli adulti. Un gioco inspiegabile per la sopravvivenza. Tra i suoni acuti e intensi dei fischietti, tra quelli assordanti delle trombe da stadio, tra i rimbombanti bidoni di pittura, nel frastuono di voci e di canti. Folco è qui. Contro quell'ingiusto principio della vita che trasforma il destino e la dignità della brava gente. Con la sua presenza ci incoraggia, i bambini ci insegnano a diventare grandi. Folco è qui. Folco ha scelto la vita. Lui non è il figlio del profitto, sa da che parte stare, sa riconoscere le persone che gli vogliono bene. Come una metafora fa volare le foglie morte trovate ai bordi del marciapiede. I politici dovrebbero vederlo questo bambino, le loro leggi non misurano mai la realtà, non hanno famiglia. Ci hanno detto che siamo troppo giovani per morire e troppo vecchi per vivere. I sindacalisti dovrebbero vederlo questo bambino, fuori dai loro giochi compromessi. Oggi Folco è qui, si tappa le orecchie e spera di aprire gli occhi su una prospettiva diversa... su un mondo nuovo, su un tavolo delle trattative dove non sarà mai messa in discussione la libertà di sognare. Noi lo abbiamo visto questo bambino che ci ha reso questa giornata meno amara...