lunedì 6 aprile 2009

PALAZZINA DI CARTONE

di Pier Giorgio Camaioni

C’è dell’oro nel cartone.
Ad un primo sguardo è una sorta d’improbabile giallo, irregolare pozzanghera “Spaccanapoli”, quasi simmetrica lungo lo spacco verticale della città; per sfondo l’orrido centro direzionale.
Oppure sono macchioline seminate sulla mappa di Napoli incollata alla seduta della sedia – icona Mackintosh. Ne parlo incuriosito con Giuseppe, lui mi conferma che è oro. Ed è vero, gli occhi gli brillano quando nomina quei “suoi” posti. Negletti, incastrati, nascosti, del tutto sconosciuti a me, ignorante che fatalmente associo Napoli a immondizia e camorra.
Piscopo artista. Piscopo accompagnatore turistico (a Napoli). E Piscopo raccoglitore di cartoni.
Li preleva al supermercato sotto casa, li manipola, gli dà forma e vita, ne fa mostre come questa. Altro che raccolta differenziata, quelli diventano oro culturale.
Materia-seconda, più preziosa di una materia-prima.
Vorresti provare anche tu, sembra facile. Pensi di recuperare l’antica fantasia e manualità, ma il coraggio, la libertà di bambino, non l’hai più. Potresti massimo copiargli la barchetta del “Mare del Silenzio”, ma dove mettere le mani, per reinventare la Guernica di Picasso, o la Napoli-Cubista?
Solo i cartoni di Piscopo sono animati, giocano, portano pensieri, ricordi:
- l’Apetta di cartone (all’ingresso) col suo carico sproporzionato, ballonzolante ma leggero, mi ricorda Lu sceriff con la moglie, i nostri mitici raccoglitori di cartone. Ci campavano: non era oro, per loro?
- la graziosa Palazzina Azzurra tutta di cartone. Per una volta marron anzichè azzurra. Come il tinello marron di Paolo Conte (ma qui pochi “convivono con un’austriaca”…). Palazzina-di-cartone, oro per noi. Se solo la curassero come la cura e se la coccola Adelchi..
- E al secondo piano, l’emblematico Grande Orecchio cartone-e-spago “Difficoltà di comunicazione”. Qui niente oro. E sì, “quante ce ne sono in giro, di orecchie di cartone”...

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