Mi
sono lanciato nel
vuoto di questo strano pianeta pieno di solitudini, nonostante i suoi
7 miliardi e mezzo di abitanti. La
solitudine è uno spazio pieno, il vuoto è la nostra presenza. Il consumismo ci sta consumando. Dall'alto vedo la morfologia del territorio che ci invita a rivedere
le parti del discorso. Da questa prospettiva si vede la povertà
uscita allo scoperto, la solidarietà tentata. La mappa è divisa in
zone colorate, i contatti sociali sono venuti meno, ci siamo coperti
il naso e la bocca e non riusciamo più ad ascoltare le parole,
rimaste ormai senza fiato. Nella curva dei contagi nessuno rallenta,
si sbanda, nonostante i limiti. Le distanze si accorciano, ora mi
avvicino al suolo, ora sono visibile. L'anima scende senza il peso
del corpo, ci vuole una testa nuova per scoprire che è l'amore il
vero fine dell'esistenza. C'è sempre qualcosa o qualcuno che ci
salva dalle ripetute cadute libere. Forse ce la faremo, il destino ha
perso la sua forza vitale, forse riusciremo a capire gli altri, a
creare relazioni, ad interrompere le guerre inutili, a non sperare
che arrivino i nostri. C'è un tempo per stare chiusi in casa e un
tempo per uscire dalla nostra apatia. Auguri terra!
giovedì 31 dicembre 2020
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