Versami
un calice di buon vino e insieme mescola parole.
Tanti calici, tanto
vino, tantissime frasi e la voglia unica di emozionarmi inebriandomi
di concetti. E tanti ne versi e più ne bevo perché ho il bisogno
folle di sentirmi la pelle vibrare e il cervello interagire, in un
mix che sa di buono e di nuovo, di originale e di trasgressivo.
Giuseppe Piscopo, maestro nell'uso del cartone, ci offre
dell'ebbrezza una visione che accomuna liquidi e solidi in un
continuo travasamento di concetti e di creazioni linguistiche che
confluiscono in un unico contenitore. Quella bottiglia, bella da
lacrime agli occhi, è molto più di un vetro da riempire. Dal nulla
interno che la contraddistingue all'origine, diventa sempre di più
un insieme di pensieri che fluttuano nell'aria e nell'acqua, nel
cuore e nell'anima, su per il naso e giù fino alla gola. Diventa
gorgoglio di frasi con un senso, bolle di sapone di pensieri in
libertà, occhi di vetro fissi sulla realtà nella quale le mani
portano alla bocca il sapere. Nessun vaso comunicante, ma lo scorrere
di tanti contenitori che diventano diversità. Si parte dall'uno e si
arriva al tutto di un pensiero mai unico, così come dovrebbe essere
il dialogo figlio del rispetto. Si parte dall'uno e si arriva
all'insieme di esperienze diverse che si confondono in una frase, in
un concetto, in un modo personale di essere sé stessi insieme agli
altri. Bianco è il vetro e domina su un fondo che sembra fatto di
foglie di vite. Una vigna di Noè che risveglia sensazioni sopite e
rende agili le gambe intorpidite dalle soste. L'opera di Giuseppe
Piscopo è viva, incoraggia all'azione facendo sentire il suono del
liquido che scende lento da un bicchiere all'altro fino all'ideale
bottiglia che disegna la libertà. Un ruscello di parole che si
trasforma in torrente perché le parole sono la piena della nostra
intelligenza, il fluire lento del pensiero e mai acqua cheta che mina
i ponti. L'opera è la voglia di esserci sempre e comunque, ma con
intelligenza e umiltà.
La nota di Massimo Consorti per vasi comunicanti
La nota di Massimo Consorti per vasi comunicanti